Bosco Bazzoni – Parte seconda

BOSCO BAZZONI

LA RISCOPERTA DEL SITO

La zona, sebbene abbandonata, presentava con l'evidente bellezza dei sempreverdi alcune caratteristiche che la distinguevano dal bosco circostante. Pur non essendo nota la vicenda storica che ne aveva determinato la formazione, si percepiva immediatamente “l'artificialità” dell'ambiente in cui erano presenti specie mediterranee estranee in quella zona.
Prendendo informazioni presso il Corpo Forestale, si è scoperto che si trattava della Particella Sperimentale del Bosco Bazzoni, rimboschita negli anni a cavallo fra il 1800 ed il 1900 con tecniche sperimentali finalizzate ad introdurre nel Carso specie arboree allora quasi completamente assenti.
Alla luce di tale scoperta nacque il desiderio di ripristinare il sito mettendo in luce l'opera svolta dai nostri avi, e creare un luogo didattico il cui interesse fosse costituito dal grande numero di specie botaniche concentrate in una zona ristretta.
Un appassionato di botanica, Eliseo Osualdini, coadiuvato da Sergio Peschier e alcuni soci del Gruppo Speleologico San Giusto iniziò allora un pesante lavoro di liberazione e pulitura dell'ambiente per la messa in luce delle piante più pregevoli: nasceva la Particella Sperimentale del Bosco Bazzoni.



La particella nel 1978

Ovunque alberi secchi crollati al suolo, anche di grosse dimensioni, piante secche ed infestanti, rovi, immondizie e residuati bellici. Il sentiero, ancora riconoscibile diveniva ben presto impraticabile.
La Grotta Nera era quasi invisibile, nascosta dalle piante infestanti:  a stento si poteva raggiungerne l'ingresso.
Il muretto carsico perimetrale risultava sbrecciato in parecchi punti, e si riusciva a malapena a riconoscere la morfologia del terreno: il bosco era, insomma, quasi inaccessibile.


La particella nel 2004

Dopo più di vent'ani di incessante impegno, la Particella Sperimentale del Bosco Bazzoni oggi appare come un piccolo parco. Sono state individuate più di 140 specie vegetazionali, fra piante erbacee e legnose, di cui si è provveduto alla cartellinatura, indicando genere e  specie. Le indicazioni vengono costantemente aggiornate  con il mutare delle stagioni.
Nella depressione antistante alla Grotta Nera si lavora per aumentare il numero delle varietà vegetazionali presenti e per valorizzare l'ambiente di dolina.
L'Azienda delle Foreste ha intrapreso la riqualificazione della particella, delimitando con una staccionata in legno il sentiero, e curando l'asporto degli alberi che si schiantano al suolo periodicamente.
Alcuni tronchi degli ultimi crolli sono stati lasciati in loco valorizzandoli con cartelli didattici ed esplicativi.


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