Gamberetto cieco trovato nella «Grotta Impossibile»
TRIESTE. Un minuscolo crostaceo cieco e un insetto, anche questo cieco, appartenenti a specie che vivono solo negli abissi, sono stati trovati nella Grotta Impossibile di Cattinara, scoperta nelle scorse settimane durante gli scavi per le gallerie della superstrada. Sabato gli speleologi sono tornati in forze per continuare l'esplorazione, e non sono stati delusi.
La cavità ha superato il chilometro di sviluppo ed è stata scoperta alla base del pozzo di quaranta metri dove gli esploratori si erano fermati la settimana scorsa, un'altra grande caverna che potrebbe contenere un palazzo di cinque piani. Ci sono ricche concrezioni.
Pietro Spirito
Il «gamberetto» cieco.
Nuovi record registrati nell'ultima puntata esplorativa nella gigantesca cavità di Cattinara scoperta durante gli scavi per le gallerie della superstrada
Supera il chilometro la «Grotta Impossibile»
Sono state trovate le prime forme di vita: un crostaceo cieco e un insetto che vive a pelo d'acqua
Speleologi nel meandro principale. (Foto Torelli)
Supera il chilometro di sviluppo la Grotta Impossibile di Cattinara, scoperta nelle scorse settimane durante gli scavi per le gallerie della superstrada.
Sabato scorso gli speleologi sono tornati in forze per continuare l'esplorazione, e non sono stati delusi. A parte i nuovi tratti percorsi per la prima volta, un'altra grande caverna – potrebbe tranquillamente ospitare un palazzo di cinque piani -con ricche concrezioni è stata scoperta alla base del pozzo dove gli esploratori si erano fermati la scorsa settimana, mentre una galleria in salita è stata perlustrata per un centinaio di metri dopo un'aerea traversata per raggiungere l'imboccatura. Intanto nei laboratori del Museo di Storia naturale sono stati analizzati i campioni d'acqua prelevati sottoterra e sono stati individuati i primi esseri viventi rinvenuti nella Grotta Impossibile: un minuscolo crostaceo cieco e un insetto, anche questo cieco, appartenenti a specie strettamente troglobie (vivono cioè solo negli abissi).
«E un sistema sotterraneo che si sta rivelando sempre più importante per la scienza e per la speleologia», commenta Franco Cucchi del Dipartimento di geologia dell'Università, responsabile delle attività di ricerca in atto. «C'è ancora molto da fare – aggiunge Cucchi – e, visto che più che ipotizzabile un collegamento almeno con la VG18, la grotta del Bosco dei pini, speriamo che le sorprese non siano finite». Una l'hanno certamente avuta gli speleologi della squadra di punta (Massimiliano Palmieri, Riccardo Corazzi, Paolo de Curtis e Federico Deponte, coordinati da Louis Torelli) che sabato hanno oltrepassato il punto finora esplorato scendendo un pozzo di quaranta metri e sbucando in un'enorme caverna, lunga circa 30 metri e larga e alta almeno altrettanto. «Un ambiente stupendo e ricco di concrezioni – commenta Torelli -, ma quello che più conta è che siamo senza dubbio arrivati nella prosecuzione della grande galleria principale, a un livello sottostante». Da qui il sistema si sviluppa con un'ulteriore serie di gallerie, meandri e pozzi che portano lo sviluppo complessivo del complesso sotterraneo a oltre un chilometro. E non è finita. Gli speleologi si sono fermati su un nuovo pozzo di una ventina di metri, che dovrà essere sceso nel corso della prossima spedizione.
Intanto un'altra squadra ha seguito una galleria in salita in direziono opposta, in un ambiente caratterizzato da forti correnti d'aria, segno della presenza – da qualche parte – di altre possibili prosecuzioni. Anche in questo caso per sapere cosa c'è più avanti bisognerà attendere le nuove puntate esplorative. Gli speleologi scesi sabato nella Grotta Impossibile appartenevano a vari gruppi cittadini: la Commissione Grotte «E. Boegan.» della Società Alpina delle Giulie, il Gruppo San Giusto e il Club alpinistico triestino.
Ma se dal punto di vista geologico e speleologico la grotta di Cattinara non lesina soddisfazioni, anche sotto il profilo biologico ci sono novità. Il direttore del Museo di Storia naturale Sergio Dolce e il preparatore del museo Andrea Colla, esperto entomologo, hanno esaminato i campioni d'acqua prelevati nella Grotta Impossibile le scorse settimane: «Abbiamo trovato -spiega Dolce – un esemplare giovane di Niphargus, crostaceo antipode cieco che vive nelle acque sotterranee, e un esemplare di collembolo (insetti che vivono sul pelo dell'acqua), anche questo cieco e quindi appartenente a una specie strettamente troglobia». Sono i primi abitanti della cavità rilevati, «e sono interessanti – sottolinea Dolce -se si considera il fatto che si trovavano in profondità in un ambiente che, a quanto ci risulta finora, prima che le mine aprissero un varco non aveva altri sbocchi esterni».
La vastità del sistema sotterraneo e degli ambienti – con una caverna seconda solo alla Grotta Gigante -, l'eccezionalità di alcune formazioni (l'enorme stalagmite alta più di venti metri, le concrezioni trovate nella nuova caverna scoperta sabato), le peculiarità geomorfologiche del sistema confermano quella della Grotta Impossibile una delle più importanti esplorazioni degli ultimi anni a livello nazionale.
E a testimonianza di quanto la speleologia triestina sia ai vertici in Italia, proprio ieri una squadra di speleosub della Commissione «Boegan» guidati da Spartaco Savio ha forzato un sifone a quota -675 nell'Abisso Gortani, uno dei più profondi del massiccio del Canin, scoprendo – dopo 18 ore di esplorazione in condizioni proibitive – un collegamento interno all'abisso e una prosecuzione verso il Fontanon di Goriuda, la risorgiva principale del massiccio.
La grande caverna nella Grotta Impossibile. (Foto Torelli)
Pietro Spirito
Da “Il Piccolo” – 24 gennaio 2005